Descrizione
Lo sviluppo dell’industria negli anni ’70 ha modificato profondamente la struttura socio-economica di Ottana. Pertanto l’economia prevalente è di tipo industriale sebbene il settore chimico, in particolare, quello a partecipazione pubblica, sia entrato in una crisi così profonda da vedere ridotto drasticamente il numero degli addetti.
Infatti il ridimensionamento dell’impegno Enichem nell’area di Ottana ha portato all’abbandono definitivo del cosiddetto polo industriale da parte dell’ENI.
Nel contempo sono nate altre attività produttive che però attraversano un periodo di forte crisi, che ha portato al licenziamento o messa in cassa integrazione di numerosi operai.
L’agricoltura e la pastorizia, fino a qualche tempo fa a conduzione familiare, forse in seguito alla crisi industriale, hanno avuto una ripresa tale da contribuire in modo significativo alla economia del paese grazie alla creazione di aziende razionali nate anche grazie ai contributi regionali e dell’Unione Europea.
Nel passato sono stati fatti dei tentativi di trasformazione fondiaria attraverso un consistente intervento pubblico ETFAS (oggi ERSAT) che aveva promosso un progetto per la valorizzazione agronomica del territorio, creando un complesso di aziende (n. 32 poderi con una ampiezza da 5/6 Ha a 10/15 Ha) divenute oggi di proprietà dei conduttori.
L’attività terziaria ha avuto in questi anni un sensibile aumento grazie alla creazione di imprese artigiane nel settore edilizio, in quello della lavorazione del legno, nel settore agricolo ed in quello agro-alimentare.
Sono presenti, inoltre, due supermercati ed uno affiliato della grande distribuzione, qualche negozio di generi alimentari, macellerie, negozio di scarpe, gioielleria, articoli da regalo, articoli per l’edilizia, officine meccaniche, pasticcerie, edicole, tabacchini, bar, albergo, ristoranti, pizzerie, rivendite bombole, negozi di fiori e piante, di mobili, parrucchierie, barberia, autoscuola, assicurazioni.
Infine, alla fine degli anni ’90, la zona industriale di Ottana è interessata dal cosidetto Contratto d’Area, uno degli strumenti della programmazione negoziata, che si propone di incidere sullo sviluppo economico del territorio nel suo complesso, coinvolgendo e stimolando l’imprenditoria locale.