Descrizione
La storia di Ottana ha, sicuramente, origini molto lontane, ciò è testimoniato dal fatto che nel suo territorio sono presenti significative tracce di monumenti che vanno dal Neolitico recente, continuano nell’Età del Rame, del Bronzo e del Ferro, fino all’Età Medievale. Pertanto troviamo necropoli a domus de janas, muraglie, dolmen, allèes couvertes, tombe di giganti, strutture megalitiche, nuraghi a corridoio, villaggi e insediamenti presso nuraghi a corridoio, nuraghi a tholos, pozzi sacri, insediamenti romani-medievali, edifici romani (terme).
Le origini di Ottana risalgono al periodo della nascita della civiltà Protosarda e Nuragica, come testimoniano i numerosi resti dell’epoca presenti nel territorio del Comune.
La zona subì, come il resto della Sardegna, una serie di invasioni che ne hanno caratterizzato la storia. In particolare hanno lasciato forti tracce la civiltà Punica, i cui riti probabilmente si ritrovano ancora nel Carnevale, e il periodo della dominazione romana, quando Ottana era divenuto un centro di una certa rilevanza dal punto di vista economico ma soprattutto strategico-militare, per la sua posizione privilegiata nel controllo delle sollevazioni barbariche.
Durante il dominio romano in Sardegna, Ottana doveva avere un considerevole numero di abitanti e, valutandone la posizione geografica, il centro doveva essere stato fortificato in considerazione del fatto che si doveva contrastare il passo ai barbari delle montagne di Ollolai e di altri centri vicini.
La caduta dell’Impero romano portò al paese un periodo di tranquillità, durante il quale si ebbe uno sviluppo dell’agricoltura e delle sue tecniche.
Nel periodo Medioevale Ottana, probabilmente, ebbe grande importanza dal punto di vista economico e giuridico in quanto il centro fu sede della diocesi omonima.
Dopo l’inclusione nei domini del giudicato di Logudoro, nel corso del medioevo Ottana accrebbe la propria importanza fino ad essere dichiarata diocesi e fu sede arcivescovile fino al 1503.
Nel periodo Giudicale divenne Curatoria del Giudicato di Torres dalla quale dipendevano Macomer, Silanus, Birori, Orani, Orotelli, Oniferi, Mulargia, Bortigali, Nuoro e Sarule.
Il paese fu abbandonato a causa della malaria: in quell’occasione i suoi abitanti, rifugiatisi in parte sulla montagna vicina, fondarono il piccolo centro di Bolotana.
Si dice che il paese di Ottana, alla fine del 1500, fosse divenuto il regno incontrastato della malaria e di altre terribili pestilenze, nonché di continue scorrerie da parte di banditi che indebolirono e, poi, paralizzarono ogni forma di attività. Infatti, pare che per molti secoli, il paese sia caduto nella più nera povertà con una riduzione drammatica della popolazione che passò dai 15.000 abitanti del 1300 agli appena 293 del 1688.
Inoltre, pare che, nonostante che nella seconda metà del 1700 il fenomeno malarico si fosse attenuato, Ottana non riuscì più a risollevarsi e che ad una decadenza economica e sociale abbia fatto seguito una decadenza morale, una sorta di fatalistica rassegnazione che era destinata ad intaccare sia la tempra che il carattere degli Ottanesi.
Sta di fatto che il paese di Ottana ha avuto periodi di grande importanza e periodi di estremo disagio che hanno influito negativamente sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale.
Il Comune di Ottana, i cui abitanti si sono dedicati fin dall’antichità all’agricoltura e alla pastorizia, negli anni Settanta venne scelta come sito preferenziale per l’insediamento di un certo numero di grosse realtà industriali; il progetto non ebbe gli esiti previsti inizialmente, quindi al momento attuale vi è un ritorno alle attività agricole, alla pastorizia e all’artigianato.
Il paese di Ottana è ricco di sapori, di profumi e di colori nonostante il fallimento della grande industria. Industria che avrebbe dovuto stravolgere l’assetto complessivo della comunità. Ma la cultura, le tradizioni, le usanze ed i costumi che si continuano a tramandare dalle origini della storia, hanno resistito al tempo ed alle ciminiere e continuano a vivere e a ben sperare in un futuro dove sarà sempre al primo posto la propria identità culturale e con essa l’orgoglio di essere ottanese.
Questo è il paese di Ottana, piccolo e grande allo stesso tempo. L’ospitalità è di casa: venite per crederci!